Che cosa preannuncia una calda giornata?

Nel caso di Torino tutto è incerto, compreso il meteo. L’afa non vuole necessariamente comunicare l’arrivo dell’estate, specie quando un cielo grigio si è trasformata velocemente in una scarica di pioggia imprevista. 

Il cielo potrebbe schiarirsi con l’arrivo della sera e scacciare via tutte le preoccupazioni. È successo questo sabato, prima del nostro arrivo a Matto e Disperatissimo Fest, kermesse che Concerti Fuorisede sta organizzando in questa stagione estiva. 

Tra queste pagine, di Concerti Fuorisede ne avete già sentito parlare, in occasione del concerto dei Tanz Akademie di qualche mese fa. La venue di oggi è ancora una volta Open Factory, ma stavolta siamo all’aperto, nel cortile del locale di Nichelino. 

L’atmosfera è quella delle notti estive di provincia, tra la birra e la natura. 

Gente che mangia nella situazione conviviale che è classica di questi eventi. Noi, nella classica professionalità che ci contraddistingue, arriviamo in leggero ritardo e purtroppo questo ci ha impedito di vedere i primi artisti che hanno aperto la serata di Concerti Fuorisede. Chiediamo pubblicamente scusa ai Kanerva. Vi linkiamo però il loro progetto per amor di cronaca e perché vale davvero la pena ascoltarli. 

Una volta all’interno del cortile di Open Factory, pensiamo alle birre. La festa e la velleità giornalistica deve cominciare dalle birre. E poi tutti hanno da bere, e noi non ce la sentiamo di interrompere quest’atmosfera. 

I volti di queste serate sono sempre gli stessi (e infatti incontriamo le iRossa, strano eh?), ma la cosa interessante è che ci sono tanti ragazzi come noi che si impegnano a raccontare queste serate con la stessa nostra ambizione e passione. Torino non è morta e non morirà finché ci saranno tutte queste attività a raccontarla. 

Mentre iniziamo a rinfrescarci grazie al succo di luppolo, sul palco iniziano a suonare i Flame Parade. Non li conosciamo, ma ci lasciamo trasportare dal loro suono. Su Instagram si definiscono una blurry cloudy fuzzy dreampop band. La composizione sul palco è molto interessante, specie per i suoni. La facilità con cui riescono a fare convivere i suoi elettrici delle chitarre, con quelli più dolci del violino ci lascia piacevolmente sbalorditi. 

Sempre su Instagram scopriamo che a inizio anno hanno suonato in Germania e a luglio ci torneranno per altre due date, tutto questo mi fa pensare ad una cosa precisa: hanno un suono che poco ha a che fare col nostro paese. La loro musica respira di internazionalità, se ci avessero detto che erano una band inglese non avrei stentato a crederci, anzi. 

Il loro set finisce tra i fumi della macchina del fumo ed è stato incredibile. 

Pausa, birra, sigarette. 

Ora sale sul palco Narratore Urbano: un progetto, parafrasando, torinese crossover dadaista incazzato. 

Di questi ragazzi ne sento parlare da un po’. L’ultimo disco, uscito nel dicembre scorso, l’abbiamo ascoltato e ci è piaciuto. Purtroppo non abbiamo mai avuto l’occasione di vederli suonare dal vivo ed è un peccato perché, sin dalla prima volta che abbiamo ascoltato un loro brano, abbiamo sempre pensato che fossero una band da palcoscenico. Il loro suono, potente e corposo, i loro bassi forti e preponderanti si sposano bene con l’energia che solo un concerto può trasmettere. Infatti così è. 

Un set che sa di Rage Against the Machine, non solo per i suoni molto duri, ma anche per i temi trattati: la politica, il dibattito politico soprattutto, fa da padrone e quella bandiera palestinese esibita a metà concerto lascia poco spazio ad altri pensieri. 

Inutile dire che abbiano spaccato, l’adrenalina che sono riusciti ad accendere è qualcosa che difficilmente si riesce a spiegare per bene, bisogna viverla e basta. Per questo, e per tanti altri motivi, non smetteremo di dire e di ripetere che bisogna andare ai concerti. 

Altro giro, altra corsa, altre birre, una sigaretta modificata e nuovo progetto che sale sul palco. 

È il turno di Sleap-e, giovane promessa del rock indipendente arrivata fin qui da Bologna. 

Data la nostra profonda e arguta conoscenza musicale, di Sleap-e abbiamo già avuto modo di parlare tra le nostre pagine, poco dopo la pubblicazione del suo ultimo album che, finalmente e con molto hype, abbiamo potuto ascoltare. 

Sleap-e ha nella sua bio svariate etichette con cui descrive il suo progetto, forse per quell’innato bisogno della nuova scena di non volersi rinchiudere in un unico genere: un bisogno anarchico di non lasciarsi giudicare dall’abito, dalle mode, dalla commerciabilità. 

Sleap-e porta con sé la sua band ed è scatenata. Il suo suono si affaccia al di fuori del bel paese, con i suoi riff costanti e le chitarre lo-fi si candida come la versione tutta nostra di progetti internazionali come le Wet Leg, o Courtney Barnett, insomma quell’America che spinge. 

Compriamo anche il suo vinile, per non farci mancare proprio nulla. 

Ci avviamo alla chiusura con l’ultimo gruppo, i BRX!T, annegando in altre birre. 

Anche loro, una piacevole scoperta. 

Il loro set parte in maniera molto aggressiva, mi sembrano un gruppo tendente a quel punk duro e puro che tanto amo. Poi si calmano, prendendo una piega più tranquilla, più rock, per poi riesplodere in un pogo niente male verso gli ultimi pezzi. 

La birra, certamente, aiuta ad essere più sciolti anche sotto il palco, ma l’energia che sono riusciti a scatenare anche loro è stata tanta roba. Da sabato sera tornando a casa ho in cuffia in loop il loro ultimo album, Vivere di nascosto

La serata va concludendosi, è stato bello. Credo bastino queste ultime tre parole per descriverla bene. Non c’è la necessità di fare proselitismi, di aggiungere barocchismi che a poco servirebbero. La verità, l’unica che conta, è che è stato bello e da lì ce ne andiamo felici, consci di avere ascoltato della buona musica. Nient’altro conta.

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