di Pablo Larrain – 2023

Disponibile su Netflix

Qualcuno disse che non c’è peggior cosa di un film comico che non faccia ridere. 

Ora, non fraintendetemi, El Conde forse nemmeno voleva esserlo, un film comico. Tuttavia le premesse sono impostate per rappresentare una versione horror, e anche un po’ ridicola proprio per la sua assurdità, di uno dei peggiori uomini che la storia abbia mai visto. 

El Conde è infatti il generale Pinochet, dittatore cileno reo di aver destituito con l’omicidio il presidente socialista Salvador Allende. Se non bastasse quindi la storia a renderlo un mostro, Larrain decide di alimentare ulteriormente la sua cattiveria rendendolo un vampiro immortale, che ha finto la sua morte per via di un paese e di una coscienza collettiva sempre più critica nei suoi confronti. 

Tuttavia, il generale non si dà propriamente per vinto, e continua a aleggiare come una presenza spettrale su Santiago e dintorni, per cibarsi di sangue e cuori. Seminando il terrore. 

La sua famiglia, consapevole della messinscena per sparire dalla circolazione, lo raggiunge nella sperduta Patagonia, dove il generale ancora vive con la consorte (che lo tradisce con il maggiordomo (russo) Fedor)) e, almeno sembra, voglia smettere di pensare alla morte. Del resto, se non passa a miglior vita, l’eredità resta immobile. 

Chi potrebbe quindi far desistere un uomo da un pensiero suicida? Ovviamente una suora, Carmen, che sotto mentite spoglie tenta di esorcizzare lo spirito maligno che ormai da un secolo tiene in scacco il corpo di Pinochet. 

Insomma, una trama che all’apparenza mischia tanto, estremo grottesco, capace di ridicolizzare (com’è giusto che sia) un peggiore tra i peggiori. Non bastano però le interessanti premesse per rendere il film affascinante quanto dovrebbe.

La fortuna enorme di questo film, sta sicuramente nel fascino di regia e fotografia (splendidamente in bianco e nero) dichiaratamente d’autore, con alcune sequenze al limite dell’onirico. E infatti ci sono sequenze meravigliose che fanno da contraltare ad una storia inquietante. Altra nota positiva è il cast coinvolto e talentuoso che Larrain ha scelto per il suo horror comico dai toni spettrali.

Ma il film non convince. È assurdo e interessante, ma anche molto lineare e vagamente noioso. Manca il mordente, manca la comicità nel grottesco. Manca quel carisma che spesso denota film come questi. È un film più d’autore, che satirico, e questo è un problema. Non si è trovato il giusto compromesso, come se volesse essere tutto e poi finisce per essere poco. 

Ed è un peccato, perché ad un uomo come Pinochet serviva un film umiliante, più dissacrante, più forte. E no, non basta rendere sua madre una come la Thatcher (anche se si, è una delle cose più divertenti del film).

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