di Liquami 

2023 – To Lose La Track/La Tempesta Dischi

Tommaso, Giacomo, Luca, Jacopo e Marco scrivono canzoni bagnate di errori, cacofonie e nenie fanciullesche. Un flusso di coscienza che dissacra il candore riempiendo ogni vuoto di liquida sporcizia.” 

Questo è quello che recita il sito de La Tempesta Dischi. Probabilmente, e a ragion veduta, è la migliore descrizione possibile che possa esserci per questo gruppo e per questo progetto. 

Era un giorno come tanti quando decisi di fare una storia sulla pagina Instagram di questa webzine cercando di farmi consigliare un disco da ascoltare e da recensire. Tra le tante (esagero) risposte c’è stata questa. Liquami. Cosa potrebbe andare storto con un gruppo che pubblica un disco omonimo e a questo nome? Nulla, esatto. I Liquami, dunque, sono un gruppo, anzi sono un supergruppo: in parole povere ogni componente di questa band ha già un solido progetto per cui lavora, che sia un altro gruppo o un progetto solista. 

Sono ironici, probabilmente non si prendono neanche troppo sul serio tanto che To Lose La Track, che ha firmato il disco, li definisce come “gli Audioslave pucciati nel guano”. Ora, io gli Audioslave non li conoscevo, ma cercando di capire questa similitudine ho ascoltato qualcosa e non ci ho visto alcun tipo di somiglianza, per fortune direi, però di guano ce n’è e basti vedere canali social o cercare di analizzare più a fondo i testi e la musica. 

Ecco, ora senza dilungarsi eccessivamente, parlerei del disco. Il primo disco omonimo dei Liquami esce in una modalità strana. Certo, è uscito sulle varie piattaforme dell’internet, ma, soprattutto, è uscito in copia fisica sotto forma di compact disc assemblato in una fanzine di illustrazioni, fotografie varie della band, fumetti e tante altre cose per un totale di più di cinquanta pagine. Parliamo, quindi, sì, di musica, ma anche di altro. Un progetto artistico a tutto tondo. 

Tenendo conto della musica, che è ciò di cui ci occupiamo in queste righe, però, questo disco ha la capacità di portare l’ascoltatore in un clima subito familiare. Certo, questo vale per chi conosce i componenti della band ed i loro altri progetti (per esempio Generic Animal e Marco Giudici o Jacopo Lietti dei FBYC), ma al netto della conoscenza ciò che giunge a tutti e la tranquillità nell’approccio alla musica e ai testi del gruppo. Provo a spiegarmi meglio. Non c’è l’assoluta necessità di voler comunicare qualcosa, sembra di essere tutti all’interno della propria comfort zone, al bar tra amici, in macchina a raccontarsi le vacanze o a bere una birra dopo la partita di calcetto. E’ vero, ho criticato tanti dischi e tanti artisti per il loro non dire nulla e muovendo questa critica positiva al disco risulto incoerente, ma queste otto tracce che a un certo punto diventano “nenie” ai limiti dell’esoterismo hanno quella capacità di destabilizzare chi ascolta. Più il pezzo va avanti e più si rimane impassibili cercando di trovare un messaggio, un qualcosa, là dove non c’è nulla. Non c’è la voglia di prevalere sul resto, c’è solo la voglia di suonare e di trovare un testo che, per quanto senza significato, stia bene sulle note e possa strappare anche un sorriso. 

Però, poi, si arriva alla fine del disco ed arriva un pezzo come Una cosa importante che spacca questa apparente cortina di nonsense. Due voci ed un’altra cantilena che vorremmo non finisse mai. Un brano che cambia di significato volta dopo volta che viene ascoltato, sfumature diverse che giungono alle orecchie sbalordendo sempre e ancora di più. 

Concludendo, di neonate band e progetti se ne parla ogni giorno ed ogni giorno nasce un nuovo gruppo che può spaccare, ma che dopo un paio di settimane finisce nel dimenticatoio. Ora, non possiamo sapere se i Liquami torneranno con nuovi dischi dopo il tour che porterà in giro questo, immaginiamo che tutti, come le persone normali che sono, abbiano poi anche altro da fare e case a cui tornare. Ma se c’è una cosa da dire è che siamo davvero felici che, almeno in queste mie giornate autunnali che spero arrivino fredde ed intense, i Liquami ci siano stati e ci saranno.

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora