di L’Officina della Camomilla

2024 – Hachiko Dischi

Eccoci qui, otto anni dopo. Quante cose sono cambiate dal 2016 ad oggi? Parecchie. Personalmente, non vado più al liceo ed ho un mezzo lavoro. Son cresciuto fisicamente, ho più muscoli ma a 25 anni rimango lo stesso ragazzo immaturo che a scuola metteva le sedie sui banchi e ci saliva sopra. Il Toro è sempre lì, son cambiati tanti allenatori, ha fatto le solite figure di merda, eppure è pur sempre il Toro. Tante altre cose, però, sono rimaste tali e quali a prima. Renzi è sempre ben presente, la sinistra è assente e L’Officina della Camomilla pubblica un altro disco. Palazzina Liberty usciva nel 2016 e Dreamcore esce nel 2024. 

De Leo, però, in questi anni si è dato da fare e tra il 2018 ed il 2022 ha pubblicato due album (che bella Mylena) e, forse, insieme alla band ed al collettivo che è L’Officina, hanno perso quel treno dell’itpop che ha portato dai palazzetti a Sanremo. Si può dire? Menomale. Sì, menomale perchè ascoltando Dreamcore sembra di essere tornati indietro negli anni. Sembra di essere tornati alla fermata del bus con le cuffiette o in quel letto a Malaga a scoprire la musica. Sì, De Leo ed il gruppo (tornato alla formazione originale), da buoni ed ottimi artisti pre-caluttiani, hanno lasciato fuori le logiche del mercato: hanno messo in secondo piano i grandi numeri, prediligendo la qualità del loro lavoro. Certo, la formula è sempre quella della musica da cameretta dai suoni un po’ retrò, eppure, ribadisco, sembra di essere tornati alla prima volta che ho ascoltato certi artisti. 

Un disco, quindi, fuori da ogni categoria, leggero, spensierato. Nove pezzi farciti delle solite citazioni e di personaggi, veri o inventati che siano, che passano veloci come un’istantanea. Ecco, sì, quella de L’Officina è una musica istantanea perché è proprio il ritratto, veritiero e romanzato, dell’istantanea della vita che stiamo vivendo. Non ci sono retoriche o consigli sulla vita o sul come vivere, ci sono solamente allucinazioni improvvisate e surreali, la bellezza di questi e quegli anni. La bellezza della musica sta tutta qui. Ora, non voglio dire che Dreamcore sia un capolavoro, ci sono dei difetti e dei limiti, però è questo loro rimanere sempre e comunque fedeli a loro stessi, al loro sound, alla loro qualità che rende questo disco migliore di tanti altri.

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