di The Vaccines 

2024 – Super Easy

Quel primo album, quel dannatissimo primo album. 

What did you expect from the vaccines? (2011) è un disco che possiamo definire “oggettivamente bello” perché è uno di quei lavori che segna un prima ed un dopo nella vita di chi l’ha scritto, ma, soprattutto, nella vita di chi l’ascolta. 

Ricordo una sera, una notte, ero steso sul pavimento di qualche casa (è una mia peculiarità sdraiarmi per terra quando ubriaco ed ascoltare dischi) e lo stavo ascoltando ancora e ancora e traccia per traccia e poi la mattina dopo con gli occhiali scuri a coprire le occhiaie e la sbronza mentre andavo a lavoro. 

Ecco, è difficile replicare dopo un disco così. E’ molto più semplice, senza neanche volerlo e farlo apposta, perdersi o fare dei giri a vuoto. Ai Vaccines, come a molti altri prima di loro, è capitato. I dischi che son seguiti in questi tredici anni, per carità, non sono brutti, ma non riescono a tenere il passo con quell’esordio. Forse per questo in Pick-Up Full Of Pink Carnations si è cercato di tornare alle origini. 

Ma andiamo con calma.

Ormai da qualche anno, Justin Young, frontman del gruppo, ha abbandonato la natia Inghilterra per approdare in terra americana ed è proprio da qui che arriva il titolo: citazione ad uno degli inni per antonomasia della musica statunitense, American Pie di Don McLean. 

Disco, quindi, concepito e partorito sulle colline di Hollywood (e senza lo storico chitarrista Freddie Cowan) ma in perfetto e giustissimo Vaccines-style: pop a raffica graffiato da quei riff di chitarra che han reso questa band quel che è. Il disco coinvolge e tira dentro l’ascoltatore, i massimi esempi sono le prime tracce da Sometimes, I swear a Heartbreak Kid che, tra l’altro, confermano la tremenda bravura di Young nello scrivere e cercare ritornelli perfetti (Post break up sex that helps you forget your ex/What did you expect from post break up sex?). 

Complice anche la breve durata, il disco c’è e funziona. Riesce a trovare e toccare punti anche un po’ retrò che portano alla quasi creazione di ballate, sempre in stile Vaccines. 

Che altro dire? Poteva andare peggio? Probabilmente sì, ma i Vaccines si sono rimessi in carreggiata e questo disco è davvero bello.

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